Oggi 24 settembre, nella memoria della Beata Vergine Maria della Mercede, ricordiamo la nascita al cielo del Venerabile Silvio Dissegna. In questo giorno facciamo festa perché la vita del Venerabile Silvio si è compiuta e la Vergine Maria da lui tanto invocata, in un abbraccio materno lo ha introdotto nel paradiso e per noi continua la sua preghiera e intercessione. Silvio, prega per noi e per tutti coloro che si affidano alla tua preghiera ora che sei nell’abbraccio di Dio papà e godi della presenza del tuo amico Gesù!
Riportiamo qualche passaggio di uno scritto su Silvio di don Lio de Angelis, dal suo libro: “Magnificat” scritto in occasione del suo 60° anniversario di Ordinazione sacerdotale
Soffrire per…
Ciò che attira l’attenzione su Silvio Dissegna, come già aveva detto tante volte don Antonio Bellezza-Prinsi, il suo primo biografo, non è tanto la sua grande sofferenza, perché tanti, troppi, hanno sofferto e soffrono come e anche più di Lui, ma “il come” Silvio ha sofferto. Stupisce che, anche se talvolta si lamentava, come ogni essere umano, Silvio sia riuscito a dare alla sofferenza un significato, che tante volte sfugge a noi adulti. Noi tutti siamo capaci, quando c’è una grande motivazione, come l’amore, un interesse materiale o morale, di “soffrire per” raggiungere uno scopo: una madre soffre per avere e per allevare un figlio, si soffre per un lavoro, si affrontano sacrifici per ottenere un premio, una medaglia, una laurea, per conquistare un affetto; e molte volte anche per delle cose disoneste e infami, come quando, per orgoglio, vendetta o passione sregolata, si vuol fare del male a qualcuno.
Come ha fatto Silvio a capirlo? Come può un bambino della sua età, che invece di sfuggire e lamentarsi di ogni dolorino, come tutti abbiamo fatto e facciamo, ha cercato di “offrire” la sua terribile sofferenza per la Chiesa, i peccatori, i missionari?. Certamente qualcuno glielo avrà suggerito, ma è lo Spirito santo che gli ha dato la capacità di farlo.
Un ragazzino, in genere fa delle cose per avere un premio, una soddisfazione: studia per un bel voto, obbedisce per ottenere una gratificazione o un regalo promesso. Invece Silvio ha sofferto per uno scopo spirituale, per ottenere dei favori non per sé, ma per gli altri. Per questo è logico concludere che aveva capito, per dono dello Spirito, che la “sofferenza per amore di Gesù”, cioè offerta a Lui, era l’unica cosa giusta e buona che poteva fare, e l’ha fatta per i venti mesi del suo calvario. Un grande esempio per noi, che c’insegna che, invece di fare le cose tanto per farle e senza un vero scopo, possiamo pregare “per”, soffrire “per”, e addirittura vivere “per”! E’ il modo migliore per non sprecare tutte le occasioni che incontriamo in questa vita.