Sono trascorsi già quarantuno anni dalla morte di Silvio, ma ogni anno sembra più vivo il suo richiamo al vero significato della vita, che si compie nelle nostre quotidianità.
In molti abbiamo smarrito il senso del vivere, o meglio, abbiamo molta confusione al riguardo.
Oggi si vive principalmente per un ricco conto in banca, un posto di lavoro prestigioso, vacanze da sogno, una fama spicciola da mass media, applicazioni sui cellulari che proiettano ad una vita assolutamente irreale, pilotata per fini di lucro o di potere e, se anche raggiungessimo tutte queste cose, alla fine, non avremo che senso di vuoto e smarrimento.
I rapporti sociali sono principalmente virtuali, lasciando spazio alla fantasia più che alla realtà.
Questo è un po’ il mondo che abbiamo preparato per i nostri giovani, dove conta molto di più apparire che essere, dove prevale una sorta di egoismo per cui gli altri esistono in funzione al nostro tornaconto.
Purtroppo per rendersi conto dell’assurdità di questo modo di vivere in cui molti sono nati e cresciuti, serve un altro metro di paragone, una valida alternativa.
Proporre questa alternativa spetta ad ogni singolo cristiano, con la propria testimonianza di vita, coerente con la lieta novella del vangelo e anche mettendo in evidenza figure che sono state molto vicine a Dio. E' per questo che ogni anno si svolgono le ricorrenze di Silvio e che ogni ultimo mercoledì del mese si svolge la preghiera di intercessione: abbiamo bisogno di alternative concrete e visibili.
Uno dei grandi valori di Silvio è stato il proprio “SI'”, un sì niente affatto semplice, vivere una sofferenza tanto grande in una vita così tanto giovane!
Un sì sincero ed accorato di chi ama profondamente. Tutte le cose materiali più ambite di questo mondo sarebbero state perfettamente inutili nella situazione di Silvio, solo Gesù e la Madonna hanno scaldato e consolato il suo cuore, hanno fatto luce sulla sua sofferenza rendendola un dono speciale per il mondo intero.
L’amore reciproco tra Silvio e i suoi cari, non sarebbe stato sufficiente per portare una croce così grande: solo l'amore di Dio Padre, il sacrificio del Figlio e la fortezza dello Spirito Santo sanno colmare veramente il nostro essere e donare la Pace, in qualsiasi situazione.
La nostra anima e il nostro cuore anelano alla visione bellissima di Dio e come diceva Silvio “saremo felici solo in Paradiso”.
L’amore con cui Dio ci ha creato, la salvezza che ci ha dato attraverso il sacrificio del figlio, ci spingono a dilatare i nostri cuori per raggiungere il paradiso e godere in eterno di questo amore, che desideriamo riversare anche sui nostri fratelli.
Silvio ha amato tutti, i suoi familiari, persone a lui sconosciute e lontane, quelle più vicine a Dio e quelle con il cuore arido, ha pregato, ha ringraziato, ha supplicato, si è nutrito ogni giorno del corpo di Gesù: tutto questo amore è stato più forte del suo male.
Silvio è stato davvero un cristiano, non un tiepido, ma un testimone infuocato d’amore.
(Daniela Operti)