TRASLAZIONE: trasferimento delle spoglie del Venerabile Silvio Dissegna dal Cimitero di Poirino nella parrocchia di S. Maria maggiore di Poirino
Spunti di riflessione e significato
Dott. Francesca Consolini - Postularice
Il 14 novembre 2014 papa Francesco ha dichiarato venerabile il nostro piccolo Silvio Dissegna. la promulgazione del decreto che riconosce che il giovanissimo Silvio Dissegna ha esercitato le virtù in grado eroico e pertanto, accanto alla denominazione di Servo di Dio che accompagna il suo none fin dall’inizio della Causa di Beatificazione, si aggiunge quella di Venerabile. Silvio, pur nella brevità della sua parabola umana, ha compiuto la cosa più grande e più bella che un cristiano possa e debba fare: ha amato Gesù in totalità, con tutto se stesso, fino all’offerta della vita.
In questo anno 2017 avrebbe compiuto 50 anni! Si tratta quindi di un anno importante perché segna un anniversario significativo e che dovrebbe vedere coinvolta la comunità parrocchiale nel ricordo di questo suo grande figlio con celebrazioni, incontri e approfondimenti sul suo esempio di vita anche alla luce della attualità del mondo giovanile.
In questo panorama di iniziative che certo non mancheranno può inserirsi la traslazione delle spoglie mortali del Servo di Dio dal cimitero alla sua chiesa parrocchiale. Traslare significa portare la cassa che contiene le spoglie di Silvio dalla sepoltura dove ora riposa al cimitero nella chiesa parrocchiale senza ricognizione canonica, ossia senza esumarlo, procedura questa che in genere si riserva alla viglia della beatificazione.
Perché proporre la traslazione?
Nel caso dei servi di Dio, come dei beati e dei santi, ci rifacciamo alla tradizione della chiesa apostolica, quando le reliquie dei martiri (allora in genere i cristiani morivano martiri) venivano gelosamente custodite e venerate soprattutto perché accanto alla loro tomba, i cristiani perseguitati trovavano la forza di testimoniare la fede. Più tardi, terminate le persecuzioni, le tombe dei santi hanno sempre avuto un ruolo centrale nella devozione cristiana. Anticamente era uso comune seppellire nella chiese, non era un privilegio, ma presso le tombe dei santi vi era una venerazione che non era presente presso gli altri sepolcri. Le gente vi si recava in pellegrinaggio, pregava, si verificavano grazie e miracoli e i poveri e gli oppressi si sentivano consolati. Quando il vescovo locale constatava che la tomba di un fedele era circondata da tale venerazione, ne “elevava” il corpo, ossia lo prelevava dal sepolcro e lo faceva deporre in un posto adeguato; questa cerimonia era la beatificazione della chiesa prima del Concilio di Trento e si basava sulla fama di santità e virtù del Servo di Dio. Poi, in seguito anche alla riforma protestante, la Chiesa ha dovuto codificare le procedure fino ad arrivare alla prassi attuale che regola le cause di beatificazione e canonizzazione. Ma il principio che sta alla base delle venerazione dei corpi dei santi è rimasto il medesimo: vicino a loro si attinge la forza per la testimonianza della fede, ci si confronta sulla autenticità del nostro impegno, si chiedono grazie e favori. In questo ambito va considerata anche la eventuale traslazione della salma di Silvio dal cimitero alla sua chiesa parrocchiale, perché è in questa chiesa che Silvio è nato alla fede, ha ricevuto l’Eucaristia, si è fortificato con il sacramento della Cresima; qui ha pregato, ha partecipato alla messa, ha parlato con Gesù aprendogli il cuore e certamente qui gli ha anche offerto la sua sofferenza e la vita. In questa chiesa sono stati celebrati i suoi funerali. Silvio è un santo che ha camminato tra noi, in molti lo hanno conosciuto, appartiene al nostro tessuto sociale ed ecclesiale.
Anche per la traslazione di un Venerabile Servo di Dio c’è una procedura canonica da seguire che si svolge fra la Congregazione delle Cause dei Santi, il Vescovo diocesano e la postulazione della Causa. Ma questo a noi interessa poco, visto che si tratta di formalità a livello giuridico, necessarie per garantire un atto tanto importante. Quello che interessa noi come comunità parrocchiale e amici di Silvio è il significato di un tale atto: ci sentiamo pronti a riprendere Silvio nella nostra chiesa parrocchiale e a capire che questo significa per tutti noi un maggiore impegno di santità di vita cristiana? Ci sentiamo pronti a conoscerlo meglio e a capire cosa può dire nella vita di ciascuno di noi? Ci impegniamo a farlo conoscere ed amare ai nostri giovani perché anche loro, come Silvio, trovino la vera gioia e diano un senso alla vita?
La traslazione di un Servo di Dio, Beato o santo, ha questo significato: una scossa di vita, di santità per la comunità che lo accoglie, che lo vuole vicino, una proiezione verso il Cielo, una provocazione a chiederci davanti alla sua tomba: e io cosa ho fatto fino ad ora?
Sarebbe bello e conveniente che tutti gli amici di Silvio Dissegna, specialmente i Poirinesi, mandassero il loro assenso a don Domenico Cravero, parroco di S. Maria Maggiore in Poirino 10046, oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. specificando il motivo del loro assenso.